Il miscuglio di razze dovuto ad eventi storici di invasioni, guerre, che sono il sostrato di ogni popolazione italiana, sembra aver risparmiato Carpineto: la lotta che i Volsci, (di origine umbra) dovettero sostenere con gli Ernici (con capitale Anagni) per accettare, entro ben stabili centri, allora predominio, o per ritirarsi sui monti, sembrò per il momento scongiurare ogni infiltrazione straniera per le popolazioni Volsce che da Rocca Massima arrivavano fino all’Amaseno, lungo la catena dei Lepini.
Ma non avevano fatto i conti coi tenaci Romani. Infatti questa nuova potenza, proveniente dalla pianura, già aveva diretto i suoi obiettivi lungo la valle del Sacco perché i terribili Volsci non si unissero in lotta nei loro annuali raduni primaverili nella città di Ecetra: (base di partenza per le spedizioni Volsce contro Roma e la lega latina). La scarsa popolazione di carpineto faceva parte del territorio Volsco.
Proprio a questo periodo si ricollegano le sparse popolazioni carpinetane che lasciarono alla storia tracce vistose nei terreni coltivati e nelle fortificazioni quasi ciclopiche lungo le vallate e sulle montagne Lepine: infatti il Tolfo, situato vicino all’attuale paese, ha reperti così interessanti dei nastri antenati da far pensare ad alcuni studiasi che l’antica Ecetra, città mai conquistata dagli eserciti romani, sia proprio questa.
Gli avanzi delle sue mura risalgono all’incirca al II secolo avanti Cristo: sono terrazzamenti di ville romane costruiti con enormi massi di pietra calcare, dalla forma quadrata a rettangolare e sistemati a strati paralleli. Così posti a breve distanza l’una dall’altra, potrebbero far supporre che in origine formassero un’unica abitazione. Un tratto di questi strati misura m. 20 di lunghezza ed una larghezza di m. 15; si scorgono tracce di porte e di gradini mentre si sono rinvenuti alcuni frammenti di anfore, pezzi di mattonato, pavimentazione a spina di pesce e tubature in argilla. La storia e la gloria di tali mura sfuggono ad una documentazione sicura.
