chiesa san sebastiano anno 1900

Il '500 e gli "Statuta et Ordinationes"

Ma il sangue non è la normalità: la storia si rifugia ancora sotto le questioni ereditarie in quanto la morte del cardinale Francesco Conti, apre la terra carpinetana ai Colonna; Leone X, che precedentemente aveva condonato il debito del sale, can­tratto con la Camera Apostolica, tenta di sbarrarne il passo ai Colonna di Palestrina e papa Clemente XIII nomina un commissario straordinario nella persona di Antonio Carrega, con Breve del 4 aprile 1525. Ma mentre Roma viene desolatamente incen­diata dai soldati del cattolicissimo Carlo V, Carpineto cede dinanzi alle armi dei Colonna per brevissimo tempo.

Il ritorno di Clemente VII al potere portò la calma nella provincia della Campagna e Carpineto usufruì di un periodo di pace sotto i papi, tanto che si dedicò a darsi un volto di civile convivenza con gli: “Statuta et Ordinationes”: correva l’anno 1556. Queste costituzioni frutto della collaborazione di vari cittadini, sono la elaborazione di antiche consuetudini, troppo necessarie per un vivere comune.

Infatti il proemio avverte solennemente “è dannoso e pericoloso vivere in città senza una legge municipale; infatti come un uomo si trova nel suo Stato, così ogni cittadino deve avere una sua patria, nonché infermità svantaggi e necessità differenti da altre città”.

Queste norme subito assicurarono uno stemma con tre carpini, pensarono a chiarificare nomine, durate, diritti e doveri delle singole autorità cittadine (c’era un priore e 4 membri anziani con alcuni consiglieri: il vescovo di Anagni si accertava della moralità dei candidati!) nonché particolari di organizzazione che va dalla festa patronale alle vigne abbandonate.

Questi nostri antenati cercavano di prevenire tutti gli abusi coi mezzi loro in possesso: morte, forca, rogo, taglio della mano e marchio di fuoco in fronte. E contro chi faceva del male fisico agli altri stabilivano che chiunque ciecherà un occhio ad un altra, o gli asporterà del tutto il naso, l’orecchio e la mano, il labbro o il piede o altro membro o lo indebolirà altrimenti così che la mano o il piede del colpito o alcuno di questi membri divengono inservibili, paghi per pena ducati venticinque”.

Ma, probabilmente, i carpinetani non ebbero tempo di gustare i frutti di questa pace legale che una feroce guerra stava per abbattersi su di loro.
Infatti poco mancò che porte, torri, case andassero in malora, causa l’ultima fase della guerra di predominio tra Francia e Spagna che aveva come teatro il territorio del basso Lazio.

Benché carpineto abbia usufruito di una invidiabile posizione naturale e di una certa pace, la politica che assumevano i vari signori locali nonché la tendenza internazionale del papa, davano un volto nuovo alle alleanze, alle sconfitte, alle sventure: così Filippo II di Spagna è di fronte a Enrico II di Francia, lungo la vallata del Sacco.
Orsini, Conti, Caetani si schierano colIa Spagna, Marcantonio Colonna con Antonio Caetani si affrettano a far causa comune col duca d’Alba, il terribile comandante spagnolo.

Teatro di distruzione sarà la valle del Sacco: Valmontone, Artena, Montelanico, Gavignano “ardono come torce al vento” sotto l’incalzare degli spagnoli, mentre donne vengono violentate e uomini vengano passati a fil di spada”.

I cannoni di Marcantonio Colonna, luogotenente generale del Duca d’Alba, si accanivano a sbrecciare le solide mura di Segni, ed intanto si erano installati, vicino al castello di Colleferro, per meglio razziare i Lepini.
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