pallio 2015 giancarlo montuschi

Pallio 2015 - Giancarlo Montuschi

Il m° Giancarlo Montuschi nasce a Faenza nell’anno 1952 e si trasferisce in Bologna per studio e lavoro entrando a contatto diretto con la Pop art. Si stabilisce in Toscana ma non dimentica la prodigiosa arte della ceramica della sua terra natale e da questo momento imprime alla sua vita di artista una duplice capacità di “scultore“ della ceramica e di poeta fantastico del pennello, rivestendo di forme oniriche e di colori i suoi sogni dalla indubbia matrice toscana. Cura con particolari interessi i suoi hobby letterari impreziositi dalle letture della favolistica , ma anche dai bestiari medievali fino a spingersi nei deserti egiziani cari ai leggendari primitivi cristiani nel tentativo riuscito di dar nuova vita ai miti suggestivi degli ibis, uccelli sacri al dio Thot, considerato protettore dei maghi, e dai Greci assimilati al dio Ermes, proto incarnazione di quell’Ermete Trismegisto fondatore dell’alchimia. Ed allora quel timido bestiario montuschiano si popola di pesci, uomini tritoni, re pescatori, formicaleoni, trasformandosi via via in orchestre magiche, in “sabba” dentro le foreste, quasi sogni ludici di un teatro magico che si ravviva di splendidi ed inusitati colori acrilici. In questa continua evoluzione il m° Giancarlo Montuschi, partecipa ad esperienze d’avanguardia in continua evoluzione, e grazie soprattutto alla sua duplice veste di ceramista e pittore, dagli anni ‘70 in poi viene ad interloquire con i maggiori artisti del tempi in collettive o personali presso le maggiori città italiane (San Sepolcro, Faenza, Firenze, Bologna, Roma) e successivamente o in contemporanea presso nazioni europee ed americane (Austria, Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera, USA, ma anche Cina), e chiamato soprattutto a rappresentare l’arte italiana in mostre antologiche internazionali presso gli Istituti Culturali Italiani (l’Istituto Italo-Finlandese, l’Istituto Italo-Latino Americano su invito della Repubblica del Costarica), fino a diventare testimonial di prestigiose istituzioni.

L’ artista, Giancarlo Montuschi
L’epos comunitario di Carpineto in un sogno antico cantato dall’artista Giancarlo Montuschi

Un racconto letterario e grafico che si compenetra dentro una tela o “pallio” per racchiudere le speranze di una comunità con la sua storia secolare:ecco il tema popolare che il m° Giancarlo Montuschi si è accinto a celebrare, interpretando quel senso ludicamente religioso di una manifestazione che affonda le sue radici negli atti statutari medievali di Carpineto. Una tela volutamente caotica dove 7 stemmi araldici rionali graficamente si scompongono lungo tutto il suo orlato in messaggi celebrativi dando vita ad un libero “sabba”, mentre nella scena principale emergono più statiche, più solenni e più fortemente incardinate figure umane che vanno a circondare un alone color rosa in cui si iscrivono centralmente l’araldica comunitaria di Carpineto e le tematiche fondanti della sua storia sacra e civica tra di loro in un opposto gioco diagonale. Dal basso verso l’alto la chiesetta medievale consacrata a sant’Agostino, protettore di Carpineto, e il vescovo e filosofo intento a scrutare le Scritture nel tentativo estremo di codificare la nostra civiltà latina e romana, spinta al suo tramonto da orde vandaliche; dall’altra parte la nobile duchessa Donna Olimpia Aldobrandini nelle sue splendide vesti barocche dal lungo collare inamidato attesa verso un cavaliere asessuato rivestito d’azzurro dalla grande capigliatura, quasi cimiero di guerra, mentre cavalca un cavallo dal bianco mantello che a corsa sfrenata si erge nello sforzo supremo della vittoria. Un gioco di colori forti e prorompenti stesi lungo la grande composizione pittorica e narrativa spazio-temporale movimenta la passione comunitaria che si invera nella sua velocità dinamica quasi a ripercorrere le suggestioni di un latente futurismo. Abbiamo l’impressione che nel nuovo messaggio pittorico il m° Giancarlo Montuschi abbia saputo superarsi nell’affrontare pur rigide tematiche celebrative statutarie trasferendo i suoi sogni privati in quelli di un’intera comunità, interpretandoli magnificamente. Aspetto ludico sì, ma anche affermazione programmatica con funzione sociale, quale medicina e catarsi ai mali presenti. E mentre il santo filosofo, il dito sulle carte antiche,compita sapientemente e gli splendori barocchi esplodono d’incanto, più in alto verso il cielo un cavaliere vestito di blu sabbiato dà vita e movimento ad una gioconda speranza collettiva comunitaria liberatoria ed esplosiva.

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